La fisica ci ha dimostrato che dove esiste materia è presente energia:
E=mc2
Quindi la materia non è altro che una forma densa di energia, il cui stato vibrazionale produce il livello di manifestazione. Possiamo quindi parlare di: Energia densa ed Energia sottile a livelli vibrazionali diversi
Una delle forme più pure di energia indispensabile per la vita è la luce.
Noi la decodifichiamo con i nostri occhi come luminosità e colori, ma in realtà si tratta di energia elettromagnetica, fotonica quantica con tutti i suoi aspetti ondulatori e trasversali di diffusione.
In altre parole ciò che l’occhio umano percepisce come colore altro non è se non una piccola banda energetica, indispensabile per la vita, le cui proprietà sono riassunte nella teoria quantica dei campi elettromagnetici di cui la meccanica ondulatoria del fotone ne costituisce una minima parte. Una dimostrazione abbastanza lampante di ciò la abbiamo nel cosmo al di fuori della nostra atmosfera dove, pur essendo presente, l’energia luminosa non è visibile come tale: tutto è infatti buio. Sono le particelle di azoto sospese nell’atmosfera terrestre che permettono, per fenomeni ottici, di farci vedere la luce solare e il colore blu del cielo.
Così la luce può essere scomposta nei sette colori, rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola, attraverso fenomeni naturali come l’arcobaleno o esperimenti fisici come il passaggio della luce bianca attraverso un prisma (esperienza di Newton).
Ogni colore corrisponde ad una precisa lunghezza d’onda che è inversamente proporzionale alla sua energia e frequenza vibratoria; ciò vuol dire che il rosso, ad esempio, ha una grande lunghezza d’onda ma scarsa energia vibratoria. Più si sale verso l’arancione, il giallo, il verde, l’azzurro, l’indaco ed il viola, più la lunghezza d’onda diminuisce ed aumenta l’energia di vibrazione.
Nella biologia terrestre le frequenze elettromagnetiche della luce sono fondamentali per la vita del regno vegetale ed animale. La luce visibile comprende una banda elettromagnetica molto stretta che va da 3900 angstron a 7600 angstron che rappresenta lo spettro delle radiazioni solari. Le azioni biologiche delle radiazioni elettromagnetiche si verificano proprio nel campo dello spettro visibile con un massimo intorno ai 5000 angstron. Nel regno animale ad esempio gli insetti hanno il massimo di sensibilità visiva a 3600 angstron. Alla medesima lunghezza d’onda nel regno vegetale ed in particolare nelle piante inferiori si manifesta il ciclo di fioritura (fototropismo).
Occorrono frequenze ben maggiori per attivare la fotosintesi clorofilliana che si realizza tra 6000 angstron e 6800 angstron, in effetti in questa banda di frequenza, e più esattamente tra i 6600 angstron fino all’infrarosso, che si attiva la crescita delle piante superiori e il loro ciclo di fioritura. Quest’ultimo in particolare avviene interamente nello spettro del rosso tra 6600 angstron a 7300 angstron.
Anche la crescita animale e i loro cicli sessuali e pigmentari si realizzano nella banda del rosso tra i 6600 angstron a 7300 angstron, in particolare il ciclo sessuale degli animali si attiva sulle frequenze di confine tra il rosso e l’arancio. I cromosomi umani hanno infatti una frequenza di vibrazione molto vicina ai 5900 angstron. I batteri invece hanno bisogno per attivare la loro fotosintesi di 8000angstron ed anche oltre.
In conclusione le radiazioni elettromagnetiche assorbite dalle forme di vita biologica terrestre sono comprese tra circa 3000 angstron e 7000 angstron, di cui lo spettro visibile dei colori comprende solo il 75%. Le cellule biologiche sono programmate per l’assorbimento di circa l’85% dell’energia solare che giunge sulla terra. Tutto nella dimensione spazio temporale risente della luce e delle sue differenti onde vibratorie, tanto che le cellule animali e vegetali si muovono allontanandosi o avvicinandosi per effetto degli stimoli luminosi.
Questo fenomeno è noto in biologia come fototropismo e fototassi. La luce esercita un notevole effetto sullo sviluppo e sul differenziamento delle cellule vegetali e questo si attua tramite la fotomorfogenesi e la fotosintesi in cui l’assorbimento della luce da parte della clorofilla produce uno stato eccitato: elettroni sono trasferiti dalla clorofilla alla ferredossina ed ai citocromi tramite flavine e chinoni. La risposta vegetale ed animale alla durata degli stimoli luminosi caratterizza il fenomeno biologico del fotoperiodismo.
Da tutto questo deduciamo che le varie frequenze della luce visibile sono indispensabili per i processi biologici e quindi sono in grado di influenzare sensibilmente lo stato energetico delle cellule e dei tessuti siano essi in equilibrio o in stato disfunzionale. Anche le cellule emettono radiazioni luminose molto deboli capaci di condurre informazioni tra di esse e nei tessuti viventi.
Queste radiazioni sono state definite “biofotoni “. Il fenomeno è presente in tutta la scala evolutiva compreso l’uomo. La fonte maggiore di emissione è costituita dal DNA . Gli esperimenti degli ultimi anni hanno dimostrato che al contrario della bioluminescenza che si verifica in certe specie animali come le lucciole ed alcuni pesci abissali, l’emissione fotonica ultradebole si manifesta presumibilmente in tutti gli esseri viventi con una intensità maggiore man mano che si sale nella scala evolutiva verso l’uomo.
Questa intensità è di alcune migliaia di fotoni al secondo per centimetro quadrato di superficie di emissione, quindi talmente bassa da potersi paragonare all’energia luminosa di una candela percepita a venti chilometri di distanza. Le intensità massime sembrano essere specifiche per ogni essere vivente. Un particolare interessante della sperimentazione consiste nel fenomeno di aumento drastico dell’emissione, quando le cellule vengono uccise per poi svanire completamente.
Il biofisico tedesco Fritz Albert Popp definisce la luce colorata come un linguaggio vivente tra cellule. Nel campo della fisiologia umana ed animale esiste la legge di risonanza che può essere così enunciata: “Una sostanza, biologica o non, che riceve una frequenza luminosa, se l’onda ha una misura proporzionale a quella della sostanza ricevente, incrementa il suo stato vibrazionale e quindi energetico”. Ne deriva la possibilità di usare la luce ed i colori in terapia sia come irradiazione generale che locale o puntiforme. In generale i colori caldi (rosso, arancione, giallo) hanno una azione stimolante, mentre quelli freddi (verde, blu, indaco) un¹azione inibente.
per approfondimenti:” Iniziazione alla Cromoterapia” di Osvaldo Sponzilli, edizioni Mediterranee Roma 1998. “Cromoterapia applicazioni pratiche” (Video) di Osvaldo Sponzilli, edizioni VBA, Trevignano R. 1998. “Iniziazione alla Cromopuntura auricolare”, di Osvaldo Sponzilli, edizioni Mediterranee,Roma 1999.
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