“L’omeopatia è la terapia che consiste nel dare al malato, a piccole dosi, la sostanza che, sperimentata sull’uomo sano, riproduce i sintomi osservati”. Questa definizione è stata esposta e sviluppata da Cristiano Federico Samuele Hahnemann nelle due sue opere divenute celebri: “L’Organon dell’Arte di Guarire” e “Il Trattato delle Malattie Croniche” comparsi nel 1810 e nel 1830. Questi due testi hanno costituito il punto di partenza e la base di tutto il lavoro degli omeopati che si sono succeduti da Hahnemann ad oggi.
In essi sono contenuti i principi fondamentali dell’arte di guarire: o la legge dei simili “similia similibus curentur” (i simili sono guariti dai simili) che si oppone a “contraria contrariis curentur” (i contrari sono guariti dai contrari); o la dose infinitesimale che consiste nel diluire e sublimare sempre di più la materia per trasmutarla in forza attiva capace di guarire. è questa una concezione prettamente hahnemanniana.La legge dei simili risale senza dubbio ad Ippocrate che diceva: “La malattia è prodotta dal simile e con il simile si ritorna allo stato di salute”. In questa frase ippocratica è rachiusa tutta l’omeopatia! Nel medioevo troviamo una concezione analoga negli alchimisti e negli ermetisti. Anche loro dicevano: “I simili possono agire sui simili” e “le forze della natura possono guarire l’organismo malato, grazie alla forza vitale”. In realtà questo principio condiviso da quasi tutti gli occultisti del medioevo era molto più generale e si estendeva non solo alle sostanze fisiche. Parlando di omeopatia è doveroso ricordare Padre Athanase Kircher che visse circa 200 anni prima di Hanhemann, all’inizio del XVII secolo, che insegnò anche ad Avignone. Come riferito dal Dottor J.E. Emerit in un interessantissimo studio sull’ “Omeopatia e la medicina tradizionale” il Kircher nel “Trattato dei veleni ” che altro non è se non una parte dell’opera sul “Mondo Sotterraneo”, parla della medicina in maniera tale da far invidia al più acuto ed esperto medico omeopata. Si può dire che Kircher ha anticipato di due secoli non propriamente l’omeopatia ma l’omeoterapia con le leggi dell’analogia e la preparazione rituale spargirica che altro non è se non la dose infinitesimale. Con Hahnemann la vera tradizione esoterica si oscura, cadono nell’oblio le parentele tra i veleni così come la vera preparazione alchemica delle sostanze per sublimazione. Hahnemann ha l’immenso merito di aver trasportato in ambito scientifico, probabilmente senza essersene reso conto, un metodo alchemico. Egli ha cioè trovato la possibilità di estrarre le virtù nascoste delle sostanze non più attraverso la sublimazione alchemica, ma attraverso l’uso della dose infinetesimale. Quindi i due principi fondamentali stabiliti da Hahnemann sono: la legge dei simili e l’uso della dose infinitesimale. Inoltre aveva dedotto dall’osservazione che ogni rimedio agisce in maniera differente secondo che sia somministrato a dose piccola o grande, nel primo caso da un effetto stimolante, nel secondo un effetto paralizzante (questo principio è stato più tardi codificato in legge da Shultz). Hahnemann pensava che il rimedio dato a piccole dosi provocasse nell’organismo una malattia artificiale, che poteva sopraffare la malattia naturale. Ma affinché ciò si verifichi è necessario che il rimedio riproduca dei sintomi simili a quelli della malattia ossia che sia analogo della malattia. Se il rimedio è stato dato a dosi sufficientemente minime, l’azione primaria del rimedio è quasi nulla, contrariamente l’azione secondaria è capace di provocare la reazione della forza vitale e di stroncare la malattia. Hahnemann si rende anche conto che l’organismo malato è infinitamente più sensibile alle reazioni del mondo esterno rispetto all’organismo sano. Lo stesso Hahnemann consiglia di non ripetere le dosi nelle malattie croniche ed invece di ripeterle in quelle acute. Un’altra legge fondamentale dedotta da Hahnemann è che i rimedi hanno una affinità organica particolare di cui è opportuno sempre tener conto. Così l’arsenico ha una predilezione per il sistema nervoso e l’intestino, la belladonna per la gola e la pupilla, il fosforo per le cellule epatiche, il mercurio per le mucose e così via. Hahnemann si era inoltre reso conto che la sola diluizione era insufficiente a rendere attivo il rimedio se non veniva effettuata la dinamizzazione. è con la dinamizzazione che si liberano le proprietà nascoste dei rimedi. Egli procedeva in questo modo: in un flaccone contenente 99 gocce di alcol aggiungeva una goccia di tintura (=diluizione) il tutto veniva sottoposto a 100 sbattimenti (=dinamizzazione) per avere la 1°CH dalla quale si prelevava una goccia ed aggiunta a 99 gocce di alcol in un altro flaccone per avere dopo dinamizzazione la 2CH e così via. Hahnemann morì a Parigi il 2 giugno del 1843 a 87 anni. Dopo di lui l’omeopatia si diffuse notevolmente negli Stati Uniti dove si aprì l’era sperimentale omeopatica. In quegli anni furono studiati più di 200 rimedi con sperimentazione sull’uomo sano e sugli animali con una particolare attenzione non solo per i sintomi di ordine fisico , ma anche morali e mentali, non per nulla Hahnemann aveva sempre dato massima importanza ai sintomi soggettivi del paziente e non a quelli di malattia. Successivamente l’omeopatia si diffonde nel mondo anglosassone e tedesco e solo secondariamente arriva in Francia dall’Italia (dove continuerà ad essere ignorata per anni) e si diffonderà per l’opera assidua e meritoria di un grande caposcuola, Leon Vannier, che anche tramite i suoi allievi contribuì alla diffusione massiccia dell’omeopatia in Francia. In quell’epoca si sono fatte le prime ipotesi sul meccanismo di azione dei rimedi sul protoplasma delle cellule malate attraverso movimenti ionici ed elettronici. Si può paragonare l’azione delle dosi infinitesimali omeopatiche all’azione dei fermenti fisiologici cellulari, così che il tricloruro d’antimonio attiva l’amilasi alla dose di 0,00004%; il cianuro di potassio attiva l’area si alla dose di 0,00001 mg.; ed il nitrato di argento arresta l’azione del saccarosio alla dose di 1/20.000.000. In un altro settore come quello endocrino avviene qualcosa di simile, infatti il principio attivo tiroideo può guarire cretinismo e mixedema alla dose di 1/100.000.000 ed agisce sullo sviluppo dei tetards alla dose di 1/5.000.000.000. Processi assai simili avvengono anche con le vitamine, nonchè nel riconoscimento di specie animale, nell’interazione tra i pesci e nell’attrazione e riconoscimento sessuale.