Allattamento al seno

Alla nascita, un bambino possiede l’intero patrimonio immunitario della madre, ma non ha un proprio sistema immunitario, finché a 6 settimane compaiono i primi deboli segnali. All’età di 6 mesi, il bambino avrà un sistema immunitario funzionale ma ancora immaturo, che lo aiuterà a rimanere sano e libero da allergie.
Tutte le ricerche concordano nel dimostrare che con l’allattamento materno si ha un aumento delle difese immunitarie a breve e a lungo termine, quindi nel primo semestre di vita, l’unico alimento veramente appropriato per il bambino è il latte materno.
Purtroppo l’allattamento materno in Italia, con varie scuse e pretesti si sta sempre più abbandonando.
Le vere e sole controindicazione all’allattamento al seno sono: la tubercolosi attiva, l’AIDS, l’epatite B, il consumo di droghe, i disturbi cardiaci gravi, le patologie renali gravi e il diabete scompensato.Contrariamente a quel che si pensa la miopia non è una controindicazione all’allattamento, a meno che non ci siano delle alterazioni della retina.
Chi allatta corre meno rischi di sviluppare un tumore al seno, alle ovaie o al collo dell’utero.
È interessante rendersi conto che alla mamma bastano solo 500 calorie in più al giorno per equilibrare le perdite energetiche causate dalla produzione di latte e che dopo un allattamento completo di 6 – 8 mesi migliora nella madre la lucentezza e l’elasticità della pelle e si ha un riequilibrio neuro-endocrino-immunitario, impossibile con altre terapie, che mantiene lontano patologie neoplastiche ed autoimmuni.
Bisogna quindi favorire in tutti i modi l’allattamento al seno e imparare alle mamme a non scoraggiarsi nel continuare l’allattamento al seno e di non incorrere nella tentazione di dare aggiunte di latte artificiale o altri liquidi, tutte pratiche che faranno da un lato allontanare il bambino dal seno materno e dall’altro diminuire la montata lattea.
Il latte materno fornisce al bambino tutti i fattori immunitari di cui ha bisogno finché non è in grado di crearseli da solo. In particolare si è potuto constatare che da adulti, se si è ricevuto un adeguato allattamento materno, diminuisce l’incidenza d’arteriosclerosi, diabete e ipertensione.

Il latte materno contiene:
sostanze proteiche, grassi, sali minerali, vitamine, lecitina, colesterina, calcio, potassio, nelle giuste proporzioni per l’equilibrato sviluppo della razza umana;
enzimi e particolari fermenti che, oltre a favorire la digestione, proteggono contro le infezioni intestinali e la fermentazione;
Il latte materno contiene immunoglobuline specifiche, linfociti T, neutrofili e macrofagi, il complemento C3, la lattoferrina, tutti elementi in grado di proteggere il bambino contro le infezioni;
l’ormone tiroideo

La differenza tra i latti artificiali e quello materno è abissale, tutti i latti artificiali derivano infatti dal latte vaccino, ma basta confrontare un vitellino con un neonato per rendersi conto che i due tipi di latte sono prodotti per organismi profondamente diversi: più pesante e meno intelligente il primo, più piccolo e più intelligente il secondo. Inoltre gli anticorpi presenti nei due tipi di latte sono notevolmente differenti.
Il latte materno cambia la sua composizione sia durante la poppata che secondo le ore della giornata ed ancora in relazione all’età del bambino. Durante la stessa poppata il bambino riceve all’inizio soprattutto proteine e globuli di grasso, successivamente i componenti nutritivi si raddoppiano e quindi triplicano verso la fine. Rispetto alle ore del giorno il contenuto di grassi, sodio e ferro è massimo durante la notte e diminuisce nelle ore diurne. Se un neonato nasce prematuro la composizione del latte materno sarà adeguata a quella situazione e cambierà con la crescita del bambino. Il latte materno rispetto a quelli adattatati ha un maggior contenuto di acidi grassi insaturi , enzimi, zuccheri (lattosio e galattosio), taurina libera e nucleotidi, cistina e oligosaccaridi, alcuni di questi componenti sono essenziali per lo sviluppo del sistema nervoso centrale che nella specie umana continua per molto tempo dopo la nascita. Il latte materno oltre a garantire un miglior assorbimento di ferro, manganese e zinco, possiede un minor contenuto proteico e in sali minerali che ne favorisce la digeribilità (ciò giustifica i tempi più lunghi tra le poppate nell’allattamento artificiale).
Contrariamente a quel che si pensa la miopia non è una controindicazione all’allattamento, a meno che non ci siano delle alterazioni della retina. Le vere controindicazione all’allattamento al seno sono: la tubercolosi attiva, l’AIDS, l’epatite B, il consumo di droghe, i disturbi cardiaci gravi, le patologie renali gravi e il diabete scompensato.
Chi ha allattato corre meno rischi di sviluppare un tumore al seno, alle ovaie o al collo dell’utero.
È interessante rendersi conto che alla mamma bastano solo 500 calorie in più al giorno per equilibrare le perdite energetiche causate dalla produzione di latte e che dopo un allattamento completo di 6 – 8 mesi migliora nella madre la lucentezza e l’elasticità della pelle e si ha un riequilibrio neuro-endocrino-immunitario, impossibile con altre terapie, che mantiene lontano dalla mamma patologie neoplastiche ed autoimmuni.
La poppata non deve superare mai la durata di 10 minuti per parte e va fatta solo “a richiesta” cioè esclusivamente quando il bambino chiede da mangiare piangendo. Il neonato non va mai svegliato per essere allattato, quindi deve essere attaccato al seno ogni volta che lo chiede, anche 10, 12 volte nelle 24 ore. Se il bambino si addormenta, cominciate la poppata successiva dal lato che non è stato svuotato nella precedente. Dopo le prime settimane la secrezione lattea aumenta, ma il bambino diminuisce spontaneamente la frequenza delle sue richieste e le poppate si succedono a intervalli di 3-4 ore.
Il neonato va pesato solo una volta a settimana (quindi va categoricamente esclusa la doppia pesata prima e dopo l’allattamento). L’aumento del peso settimanale deve essere di 200 gr. nei primi tre mesi, poi intorno ai 150gr.(l’aumento può comunque essere compreso tra 50 gr. e 300 gr.)
Nei primi giorni di allattamento il bambino va attaccato solo per 5 minuti per parte, per evitare lesioni al capezzolo, solo successivamente il tempo si porta a 10 minuti per parte (tempo massimo complessivo 20 minuti). Il bambino deve essere attaccato al seno subito dopo la nascita per facilitare l’arrivo della montata lattea. Il primo latte, il colostro, è indispensabile per proteggere il bambino dalle infezioni e per ridurre il calo fisiologico del lattante. La dose “teorica”giornaliera di latte dovrebbe essere:
fino alla sesta settimana di 1/6 del peso corporeo (esempio: kg.3.600 : 6 = 600gr. giornalieri, e quindi divisi per il numero dei pasti); dopo la settima settimana di 1/7 del peso corporeo (esempio: kg.4.900 : 7 = 700gr. giornalieri).
Una teoria suggerisce di porgere a ogni poppata un seno diverso, cioè svuotare completamente un seno per volta. Nell’eventualità che il latte di un seno non sia sufficiente, si può passare all’altro seno solo dopo completo svuotamento del primo; alla successiva poppata si provvederà a svuotare quest’ ultimo seno. La durata della poppata non deve oltrepassare comunque i 20 minuti.
L’allattamento al seno deve durare finchè il bambino lo richiede, quindi anche a svezzamento avanzato, questo perché il bambino ha un suo potere di regolazione biologica che gli fa mantenere l’esigenza del latte finchè lo sviluppo delle varie parti del sistema nervoso lo richiedono.
Durante l’allattamento non cercare di dimagrire per non trasmettere i pesticidi accumulati nel proprio grasso al latte. Durante l’allattamento consumare alimenti caldi e tenere seno e braccia calde (indossare anche d’estate una leggera blusa o camicia di lino a maniche lunghe). Consumare verdure cotte e non crude per non produrre flatulenze.
Bisogna fare attenzione a non scoraggiarsi nel continuare l’allattamento al seno e di non incorrere nella tentazione di dare aggiunte di latte artificiale o altri liquidi, tutte pratiche che faranno da un lato allontanare il bambino dal seno materno e dall’altro diminuire la montata lattea.

Come stimolare il latte

Aumentare l’apporto di liquidi come acqua minerale non gassata, tisane, brodo, frutta e spremute di frutta. Da evitare birra, latte, latticini, cioccolata agrumi, noccioline, pomodori, crostacei e molluschi, bevande alcoliche, caffè, droghe, fumo e la maggior parte dei farmaci chimici.
Raccomandabili inoltre:
– radici commestibili
– lievito di birra in compresse
– pappa reale
– cavolfiore cotto con granelli di senape e kummel
– cereali integrali riso – avena – miglio
– cose dolci, frutta dolce e secca (la frutta con nocciolo legnoso può provocare flatulenza nel bambino)
– semi di anice: un pugno di semi per litro di acqua bollente, lasciare a riposo e poi filtrare; bere una tazza dopo i pasti
– semi di avena: un pugno di semi per litro di acqua, far bollire per 10 minuti; quattro bicchieri al giorno
– foglie di sambuco: un pugno per litro di acqua bollente, lasciare a riposo 10 minuti e filtrare; bere tre tazze al giorno
-decotto di orzo, the e olio weleda per formazione latte
– omeopaticamente: Urtica Urens 5 CH 3 granuli 3 volte al dì
– agopuntura:

Come arrestare il latte

– per togliere latte, omeopaticamente, sopratutto dopo il parto: Lac Caninum 1000 K;
– per far regredire il latte, omeopaticamente, allo svezzamento: Ricinus 30 CH 2 volte al dì e fasciare seno dopo averlo svuotato;
– quando vi è secrezione lattea a distanza o senza che ci sia stata gravidanza o allattamento: Pulsatilla 7 CH 2 volte al dì.
-Prezzemolo

Regole alimentari per la madre che allatta

Essendo il latte composto principalmente di acqua è necessario bere molta acqua oligominerale non gassata, tisane (soprattutto di finocchio con miele vergine integrale), succhi e spremute di frutta, brodi, in modo da introdurre almeno 2 litri di liquidi al giorno; escludere categoricamente latte e birra. Mangiare poco e spesso imitando il bambino. Aumentare leggermente le proporzioni alimentari del periodo precedente all’allattamento, perché occorre un supplemento giornaliero di sole 500 calorie, con una necessità aumentata di proteine, calcio e ferro. Seguire una alimentazione varia secondo i propri gusti, ma dividendo il cibo quotidiano in 40% di cereali soprattutto integrali, 20% tra frutta e verdura, 20% legumi e il restante 20% distribuito tra carne, pesce e uova.
∑ I cereali migliori sono ovviamente quelli integrali e biologici (i cereali integrali accumulano pesticidi e quindi devono essere sempre biologici o biodinamici), perché il contenuto dei polisaccaridi è a lento rilascio e mantiene quindi perfettamente equilibrata la glicemia sia materna che del bambino, fattore questo che spesso evita le richieste di poppate notturne. I cereali integrali inoltre contengono fibra utilissima per le frequenti stipsi della donna che allatta e germe, ricco di proteine, acidi grassi e vitamine. I cereali da preferire sono il riso integrale puro (sbramato di risone), l’orzo, il grano, l’avena, il granoturco, il miglio, il grano saraceno e la segale integrale. La preferenza va data soprattutto al riso seguito da avena e miglio.
– I legumi, da consumarsi in purea, possono essere scelti tra lenticchie; fagioli rossi, bianchi, cannellini, messicani; ceci; soia verde e gialla; azuki rossi, verdi che necessitano di ammollo e di una cottura più lunga.
– La frutta può essere la più varia evitando sia quella con nocciolo legnoso, che provoca coliche attraverso il latte, sia gli agrumi.
– La verdura è consentita tutta ad eccezione di cavoli e cavolini di Bruxelles, broccoli, asparagi, peperoni.
– La carne può essere di qualsiasi spece ad eccezione di quella suina, il pesce può essere il più vario limitando il pesce azzurro, le uova vanno escluse dell’albume.
– Da evitare noccioline e arachidi, aglio, cipolla, pomodori crudi, peperoncino e spezie piccanti, crostacei e molluschi, insaccati, latte, latticini (lo yogurt può essere provato con cautela) e cioccolata.
Attenzione, le proteine vegetali non vanno mai mangiate nello stesso pasto con quelle animali perché possono provocare coliche nel lattante.
È utile invece mangiare un piatto unico: un cereale integrale insieme a un legume e una verdura.

Integratori consigliati durante l’allattamento

– Pappa reale
– Polline
– Semi di girasole
– Lievito di birra

Allattamento con latte non materno

L’allattamento misto, materno più artificiale va evitato in maniera categorica, poiché è il primo passo verso il progressivo abbandono dell’allattamento al seno.
Qualora l’allattamento misto si renda indispensabile per malattia della mamma o ripresa del lavoro si comincia col sostituire un pasto alla volta per effettuare il cambiamento completo in 7 – 10 giorni.
Per l’allattamento artificiale l’industria ha messo sul mercato vari tipi di latte, tutti derivati dal latte vaccino, ma modificati. Tutti i latti in polvere sono latti morti, infatti pur derivando da un latte vivo quale è il latte vaccino hanno perso le qualità vitali iniziali per i procedimenti chimici a cui sono stati sottoposti. Non bisogna dimenticare infatti che ogni sostanza naturale ha proprietà chimiche e proprietà fisiche, cioè energetiche e vitali che risiedono nella loro programmazione genetica e informazionale. Un latte in polvere quindi pur essendo riadattato sul modello del latte materno non ha nessuna proprietà energetica e vibrazionale né del latte materno, né del latte di vacca. Per questo motivo la medicina olistica utilizza esclusivamente latte baliatico o latte di vacca diluito con brodo di cereali.
Il latte vaccino, possibilmente biodinamico “Demeter” (perché non contiene antibiotici, ormoni e pesticidi), viene diluito con decotto di cereali o brodi di cottura dei cereali. Questo perché con i cereali si evita la flocculazione della caseina del latte nello stomaco e le proteine del latte vaccino sono ben tollerate e digerite; il cereale permette infatti una coagulazione in piccoli fiocchi come avviene con il latte materno. Non solo, ma i cereali possiedono enzimi e fermenti protettivi che sono in grado di sostituire quelle sostanze che il bambino avrebbe ricevuto con il latte materno.
Le medicine olistiche sono contrarie all’uso dell’acqua come diluente del latte perché l’acqua in eccesso ha sul corpo umano, soprattutto nei primissimi mesi, proprietà dilatative, che rendono la compagine tessutale, connettivale e muscolare meno compatta e più debole.
Come per l’allattamento al seno gli orari e le dosi vanno calcolate a richiesta ed il peso va controllato settimanalmente.
L’allattamento al seno o non, non andrebbe iniziato prima di 24-36 ore dopo la nascita, se vi è irrequietezza dopo le prime 24 ore di assoluto digiuno, si può dare un cucchiaino di the di finocchio o un cucchiaino da caffè di miele in 100cc di acqua. Solo al terzo giorno si inizierà l’allattamento e in questo modo quasi sicurarmente si eviterà la richiesta di poppate notturne. Il digiuno di 36 ore è importantissimo per la disintossicazione e purificazione del bambino che deve anche riposarsi dopo la non indifferente fatica della nascita.

Come si prepara il biberon?

Fino alla sesta, ottava settimana si uniscono 2 componenti: latte vaccino fresco + decotto di cereali, dalla nona settimana si possono aggiungere 20 gr. di succo di carote (da aumentare gradualmente fino ad arrivare alla carota bollita frullata in crema) ed eventualmente 5 gr di miele di fiori.
La diluizione latte e acqua di cereali va effettuata nel seguente modo:
fino a 90 giorni diluizione 1:1 = metà latte e metà cereali
da 90 giorni diluizione 2:1 = due parti di latte e una di cereale.
Il latte non diluito può essere introdotto molto gradualmente tra gli otto mesi e 12 mesi.
Il latte se Demeter non va bollito, altrimenti far bollire poco e poi rivitalizzare in largo recipiente sul davanzale della finestra aperta per 15 – 20 minuti.
Come si prepara il decotto di cereali per diluire il latte?
Prima dei sei mesi si utilizzano cereali privi di gliadina (componente del glutine) come riso, mais, tapioca e miglio e quindi si escludono grano, orzo, segale, farro ed avena (anche se questi ultimi due contengono una quantità veramente minima di glutine) che si potranno introdurre successivamente. Inizialmente si prepara dell’acqua di cereali che si ottiene con la cottura per 1 ora e mezza di 2 cucchiai di cereali, preventivamente lasciati ammorbidire con 1 litro di acqua. si filtra con un setaccio senza pressare.
Dopo i due mesi occorre far passare nel liquido più mucillagine pressando sempre più i grani attraverso il setaccio, si possono usare anche fiocchi. Per semplicità si può usare mucillagine di cereali della “Holle”.
Verso il 4 – 5 mese si può passare a un brodo di cereali ancora più denso con cereali appena macinati o alimento “Holle” di grani interi. Se compare muco persistente al naso eliminare il latte vaccino e somministrare per un periodo latte di soia di coltivazione biologica o biodinamica.Box 6

Preparazione del latte di soia

I latti di soia industriali per l’infanzia sono addizionati di metionina e migliorati nel sapore per cui è meglio prepararli a casa.
Si utilizza farina di soia gialla o fagioli di soia secchi interi, entrambi provenienti da coltivazioni biologiche.
Si mettono in un vaso di vetro a chiusura ermetica una parte di farina e cinque di acqua, si chiude il vaso, lo si avvolge in un panno e lo si fa bollire in una pentola di acqua per un’ora. Si lascia sedimentare, si filtra e si diluisce con il 50% di acqua.
Se si utilizzano i fagioli vanno tenuti a bagno tutta la notte, quindi si frulla e si aggiunge a 2 litri di acqua in ebollizione e si cuocere per 30 minuti, si lascia raffreddare e si filtra. Il tempo di conservazione di questo latte in frigo è di 3-4 giorni. Questo tipo di latte non andrebbe somministrato mai prima dei 2 mesi.

Dalla stampa – K B Michels et al International Journal of Obesity (2007) 31, 1078-1085: Latte materno non pesa nel tempo
L’allattamento al seno viene promosso dall’OMS, in quanto salutare per la madre e per il figlio, tuttavia non sembra utile per arrestare l’epidemia di sovrappeso e obesità che interessa l’infanzia.
In proposito uno studio longitudinale condotto negli USA ha analizzato i dati relativi a 35526 soggetti già arruolati per il Nurses’ Health Study II e li ha proiettati nel tempo seguendone l’andamento dal 1989 al 2001. Le madri dei partecipanti venivano invitate a rispondere ad un questionario inviato per posta che riguardava il peso e l’altezza dei loro figli alla nascita; il tipo di allattamento adottato e nell’eventualità di allattamento artificiale, si doveva indicare anche il tipo di latte formulato utilizzato. Inoltre, dovevano essere fornite le misure di peso e altezza dei figli a 5 e a 10 anni. Al termine dell’osservazione si è evidenziato sostanzialmente che l’allattamento esclusivo al seno non è un parametro utile e sufficiente per tenere sotto controllo il rischio di sviluppare sovrappeso e obesità nel tempo.